
redatto da: A. Di Meglio, B. Zuccarelli, G. Albano
Si definisce idrope la presenza di un accumulo eccessivo di liquido nel corpo fetale, nei tessuti o nelle cavità sierose. Per essere definita idrope è necessario che almeno due distretti fetali siano interessati.
L' idrope immune è dovuta alla presenza di anticorpi circolanti materni contro antigeni eritrocitari fetali.
La definizione idrope non immune comprende tutte le altre cause di idrope.
Alcuni autori comprendono nella definizione dell'eccessivo accumulo di liquido anche gli annessi fetali.
E' considerato edema sottocutaneo lo spessore del sottocute che supera 5 mm.
Si considera iperplacentosi lo spessore placentare superiore a 6 cm.
Riteniamo estremamente utile per il lettore fare alcune considerazioni preliminari:
- circa un terzo dei casi di idrope fetale non immune viene considerata idiopatica
- molti casi di idrope fetale possono ripetersi nelle gravidanze successive
- alcuni casi di idrope fetale sono suscettibili di terapia in utero.
Per i motivi suddetti, nel tentativo di ridurre sempre più il numero dei casi di idrope definiti idiopatici, é necessario studiare attentamente il feto affetto da idrope, sia dal punto di vista ecografico che laboratoristico.
Grannum, correlando all'ematocrito la concentrazione delle proteine plasmatiche ha osservato che l'idrope era costantemente presente per valori di proteine totali < 3 gr/l e per concentrazioni di albumina < 2 gr/l. La somministrazione di emazie nel compartimento fetale si associava alla scomparsa dell'idrope ed al miglioramento del quadro proteico, quando il valore dell'ematocrito era superiore al 15%.
Un editoriale che si occupa di idrope non dovrebbe essere catalogato nella sezione dedicata alle malformazioni fetali, poichè circa il 10% dei casi di idrope non è su base malformativa ma immunologica. Però, poichè il medico che riscontra l'idrope fetale deve discernere se la genesi è immunologica, infettiva o malformativa è opportuno trattare questa condizione in un unico editoriale.
L'idrope non immune fu descritta per la prima volta da Potter nel 1943.
Prima dell'introduzione della profilassi anti-D l'idrope non immune rappresentava circa il 20% di tutti i casi. Oggi, con la notevole diminuzione dell'idrope immune, dovuta alla profilassi immunologica, l'idrope non immune rappresenta, da sola, circa il 90% dei casi. L'incidenza è di circa 1 caso ogni 3000 nati, ma sembra essere sottostimata perchè molti casi di idrope non immune esitano in aborto spontaneo precoce.
L'idrope immune è legata alla presenza di anticorpi anti-eritrociti fetali prodotti dalla madre che è venuta a contatto di emazie fetali in quantità verosimilmente elevata. La presenza di antigeni eritrocitari fetali, diversi da quelli materni, determina la produzione di anticorpi che, attraversata la placenta, raggiungono il feto e determinano emolisi e conseguente anemia.
È al momento del parto che avviene, di solito, il passaggio di eritrociti nel compartimento materno. Anche un aborto, un'amniocentesi o una biopsia dei villi possono determinare il passaggio di eritrociti dal feto alla madre in quantità significativa, determinando la produzione di anticorpi antieritrocitari, dannosi alle successive gravidanze
Gli anticorpi, di solito del tipo anti-D e, in misura minima, anti-C ed anti-E, legandosi agli antigeni presenti sulla membrana eritrocitaria provocano anemia e stimolano l'eritropoiesi nelle sedi extramidollari, in particolare nel fegato e nella milza.
Con l'aggravarsi dell'anemia si verifica epato-splenomegalia.
L'epatomegalia può causare ipertensione venosa portale ed ombelicale con danno epatico e ridotta sintesi proteica. L'ipertensione portale può dar luogo ad ascite. L'ipertensione venosa ombelicale può concorrere a determinare iperplacentosi.
Al determinismo dell'idrope generalizzata concorrono l'anemia, l'ipertensione portale, lipoprotidemia che causa diminuzione della pressione oncotica ed in parte anche lo scompenso cardiaco, secondario a tutti i precedenti fattori nosologici.
Quando in una donna con fattore Rh negativo il test di Coombs indiretto è positivo, si deve eseguire la titolazione degli anticorpi anti-D. Attualmente è possibile determinare il genotipo Rh fetale mediante polymerase chain reaction (PCR) eseguita sul DNA estratto da amniociti o da biopsia placentare. Il riscontro di un feto Rh negativo non pone preoccupazioni ulteriori.
Se il titolo anticorpale anti-D è uguale o superiore a 1/16 e sono presenti o meno i segni ecografici di idrope, bisogna valutare la gravità dell'anemia emolitica fetale con metodo diretto o indiretto.
Il metodo diretto consiste nello studio di un campione di sangue fetale prelevato dal cordone ombelicale, mentre il metodo indiretto consiste nella classica valutazione spettrofotometrica di un campione di liquido amniotico.
Se la concentrazione della bilirubina nel liquido amniotico si trova nella seconda zona di Liley, si ripete l'amniocentesi a distanza di 2-3 settimane. Se invece si trova nella terza zona di Liley, si pratica la cordocentesi per valutare l'ematocrito fetale. Se l'ematocrito è inferiore al 20% si effettua una trasfusione fetale di eritrociti Rh negativo.
Malattia emolitica fetale
Percorso diagnostico e schema del management
|
Screening di routine per tutte le gestanti Rh negativo
|
Gestanti Rh negativo non immunizzate
|
- test di Coombs diretto ed indiretto |
- test di Coombs indiretto ogni mese |
|
- prevenzione dell'alloimmunizzazione
mediante somministrazione di
immunoglobuline anti-D |
|
Gestanti Rh negativo immunizzate
|
|
- consulenza di gravidanza a rischio |
|
- valutazione seriata del titolo anticorpale
|
|
- esami ecografici seriati per
diagnosticare tempestivamente l'idrope
fetale |
|
- amniocentesi |
|
- cordocentesi |
|
|
Possibile trattamento
|
Timing del parto
|
- plasmaferesi: donne con storia clinica di
idrope ad esordio precoce |
- in feti non trasfusi: 37a - 38a settimana |
- globuline immuni: metodo sperimentale |
- in feti trasfusi: se l'ultima trasfusione
intravascolare è stata praticata a 34
settimane il parto può avvenire alla 37a
settimana. |
- trasfusione fetale intravascolare o
intraperitoneale |
|
|
|
Valutazione pediatrica alla nascita
|
|
- fototerapia |
|
- exsanguinotrasfusione |
La cordocentesi ripetuta, associata a trasfusione intrauterina, presenta una mortalità del 5% circa.
I segni ecografici di idrope sono l'ascite, l'idrotorace, l'effusione pericardica, l'edema sottocutaneo, il polidramnios. A questi si aggiungono, come già detto prima, l'epato-splenomegalia, l'iperplacentosi ed il maggior diametro della vena ombelicale. L'anemia determina anche alterazioni flussimetriche.
L'ascite è uno dei segni più precoci dell'idrope. L'idrotorace e l'effusione pericardica sono segni tardivi. Inizialmente l'idrope può apparire come un piccolo strato di fluido in sede sottoepatica o nella pelvi.
Un altro segno precoce dell'idrope è il polidramnios. Ma l'ipossia fetale può determinare centralizzazione del circolo e minor apporto vascolare nel distretto splancnico dando luogo a riduzione del filtrato renale e, in rari casi, ad oligoidramnios.
Anche se l'iperplacentosi viene definita quando lo spessore massimo placentare è superiore a 6 cm, già valori di 4 cm sono fortemente sospetti.
In presenza di polidramnios, la placenta può apparire compressa e non è possibile diagnosticare l'iperplacentosi.
L'edema sottocutaneo è un segno tardivo dell'idrope e non è sempre facile da rilevare.
L'epato-splenomegalia è il segno principale dell'isoimmunizzazione Rh. La formazione di focolai di eritropoiesi extramidollare provoca epatosplenomegalia. E' possibile misurare la volumetria epatica.
L'aumentato calibro biometrico della vena ombelicale è considerato segno precoce di idrope.
E' ritenuto patologico un diametro della vena ombelicale superiore a 10 mm.
I segni flussimetrici sono rappresentati dall'aumentato circolo sul dotto venoso. Taluni autori hanno riscontrato una centralizzazione del circolo in presenza di idrope da isoimmunizzazione nell'ambito del fattore Rh. Tale dato non è stato confermato da tutti.
Nei casi di isoimmunizzazione Rh la prognosi si è modificata in senso positivo con l'avvento della cordocentesi e della terapia in utero. La percentuale globale di sopravvivenza dei feti affetti da isoimmunizzazione Rh supera il 90%. Si osserva sopravvivenza del 100% dei feti non idropici e del 75% dei feti idropici.
Sotto il nome di idrope non immune viene catalogata la complicazione relativa ad una patologia malformativa che può essere determinata da un'alterazione genetica o infettiva.
Le anomalie che possono determinare idrope sono numerose. La tabella seguente enumera quelle di più frequente riscontro:
Categorie
|
Condizioni
|
Cardiovascolare
|
Aritmie
(tachiaritmie, blocco cardiaco)
Difetti anatomici
(cuore sinistro ipoplasico, anomalia di Ebstein, stenosi aortica o polmonare, sindrome cardiosplenica, insufficienza valvolare, canale atrioventricolare, ventricolo singolo, tetralogia di Fallot, prematura chiusura del forame ovale o del dotto)
Cardiomiopatia
Miocardite
Tumori cardiaci
|
Arterioso
|
Embolo arteria coronaria
|
Polmonare
|
Ernia diaframmatica
Cisti adenomatoide del polmone
Sequestro polmonare
Linfangectasia polmonare
Chilotorace
Ipoplasia polmonare
Altri tumori (amartoma, emangioma, sarcoma)
|
Cromosomopatie
|
Trisomia 21
Altre trisomie (18, 13)
Sindrome di Turner
XX/XY mosaicismi
Triploidia
|
Ematologiche
|
Alfa-talassemia
Shunts arterovenosi
Sindrome di Kasabach-Merrit
Emorragie
Ostruzione vena cava, vena porta, o vena femorale
(es.: trombosi)
Deficit di 6-glucosio-fosfato deidrogenasi
|
Gravidanza gemellare
|
Sindrome trasfuso-trsfusore
|
Infezioni
|
CMV
Toxoplasmosi
Parvovirus
Sifilide
Epatite congenita
Herpes simplex, tipo I
Rosolia
Leptospirosi
Malattia di Chagas
Coxsackievirus
Virus Respiratorio Sinciziale
|
Neoplasie
|
Neuroblastoma
Teratoma
Leucemia congenita
Emangioendotelioma epatico
Leiomiosarcoma polmonare
Sclerosi tuberosa
|
Epatiche
|
Fibrosi epatica
Colestasi
Malattia policistica epatica
Atresia biliare
Malformazione vascolare epatica
Cirrosi familiare
Epatite a cellule giganti
Necrosi epatica
Malattie metaboliche (Morbo di Gaucher, gangliosidosi GM, mucopolisaccaridosi)
Tumori (emangioendotelioma)
|
Craniche
|
Aneurisma della vena di Galeno
|
Scheletriche
|
Acondroplasia
Acondrogenesi
Osteogenesi imperfecta
Nanismo tanatoforo
Sindrome coste-corte polidattilia (tipo Saldino-Noonan, tipo Majewski)
Displsia toracica asfissiante
Malattia di Conradi
|
Sindromi malformative
|
Pena-Shokeir tipo I
Sindrome degli pterigi multipli letale
Sindrome di Noonan con difetto cardiaco congenito
Artrogriposi multipla congenita
Ipofosfatasia
Sindrome di Neu-Laxova
Igroma cistico recessivo
|
Malattie metaboliche
|
Morbo di Gaucher
Gangliosidosi
Sindrome di Hurler
Mucolipidosi
|
Placenta e cordone
|
Corioangioma
Trasfusione feto-materna
Trombosi vena ombelicale
Torsione cordone ombelicale
Nodo vero del cordone
Angiomixoma del cordone ombelicale Aneurisma dell'arteria ombelicale
|
Materne
|
Diabete mellito severo
Anemia severa
Ipoproteinemia
|
Miscellanea
|
Linfedema congenito
Uso di indometacina prima del parto (chiusura del dotto fetale ed idrope secondario)
|
In un articolo di review su 804 casi di idrope non immune, Machin ha osservato l'incidenza percentuale della principale malattia determinante l'insorgenza dell'idrope.
Cause di idrope |
No. |
% |
Cardiovascolare |
206 |
26 |
Cromosomica |
80 |
10 |
Toracica |
74 |
9 |
Trasfusione feto-fetale |
64 |
8 |
Anemia |
47 |
6 |
Infezioni |
32 |
4 |
Malformazioni urinarie |
26 |
3 |
Igroma cistico |
17 |
2 |
Immobilità fetale |
15 |
2 |
Peritonite |
11 |
1 |
Epatica |
11 |
1 |
Malattie genetiche metaboliche |
7 |
1 |
Sindrome nefrosica |
1 |
0 |
Miscellanea |
34 |
4 |
Non determinata |
179 |
22 |
Totale |
804 |
100 |
Una classificazione dell'idrope non immune riguarda anche il meccanismo fisiopatologico che ne è alla base, come dimostra la tabella seguente.
In molti casi possono intervenire nel determinismo dell'idrope più fattori patogenetici.
Idrope immune
|
|
Idrope non immune
|
|
Genitourinarie
(ascite urinaria)
|
Ostruzione uretrovescicale
Ostruzione giunzione ureteropelvica
Ipoplasia renale
Reni cistici displasici
Sindrome nefrosica congenita
Idrometrocolpo
Anomalie della cloaca
Cisti ovarica torta
|
Gastrointestinali
|
Peritonite da meconio
Volvolo intestinale
Atresia digiuno-ileale
Ernia diaframmatica
|
Epatiche
|
Epatite
Fibrosi
Atresia biliare
Necrosi epatica
Tumori
|
Malattie metaboliche
|
Malattia di Wolman
Morbo di Gaucher
Gangliosidosi
Sialidosi
|
Riteniamo opportuno adesso indicare quale deve essere l'approccio diagnostico.
La diagnosi iniziale di idrope viene sempre effettuata ecograficamente ed è posta nel terzo trimestre in oltre il 50% dei casi.
Effettuata la diagnosi di idrope può accadere che non siano necessarie altre indagini.
Il più delle volte, però, è necessario eseguire ulteriori accertamenti sui genitori o sul feto.
L'anamnesi deve essere estremamente accurata e deve valutare se esiste un rischio relativo ad alcune malattie ereditarie, se è in atto un'infezione oppure si utilizzano farmaci che possono determinare anemia fetale. Si esegue il test di Coombs indiretto per verificare l'esistenza di un'isoimmunizzazione materna ed il test di Kleihauer-Betke per valutare la quantità di eritrociti fetali passata nel circolo materno. Quest'ultimo è un test di eluizione acida basato sulla sensibilità relativa dell'emoglobina fetale ed adulta nei confronti di un acido forte. Negli eritrociti di origine materna, l'esposizione all'acido determina il passaggio di emoglobina attraverso la membrana cellulare, fenomeno che non si verifica negli eritrociti fetali. Per questo motivo, dopo fissaggio e colorazione, gli eritrociti materni appaiono come "ghost cells" non colorate e possono essere facilmente distinte dagli eritrociti fetali, intensamente colorati. Dal rapporto tra eritrociti materni ed eritrociti fetali potrà essere calcolato il volume presunto dell'emorragia transplacentare.
Dovrà essere esclusa la condizione di portatore sano di alfa talassemia, di G6PDH o di deficit di piruvato chinasi. Dovrà essere effettuata la ricerca degli agenti infettivi che possono determinare anemia fetale (soprattutto citomegalovirus e parvovirus B19).
Le indagini che riguardano il feto si dividono in non invasive ed invasive. Le prime comprendono la cardiotocografia e, soprattutto, l'ecografia. Per ecografia si intende il completamento dell'accurato esame morfostrutturale mediante integrazione con esami flussimetrici e con l'ecocardiografia.
Le indagini invasive sono l'amniocentesi e la cordocentesi. La prima trova indicazione nello studio del cariotipo fetale, di alcune malattie genetiche, nella ricerca di agenti infettivi mediante coltura cellulare o amplificazione del DNA. E' indispensabile inoltre per effettuare l'amnio-riduzione, per la valutazione del Delta OD e per stabilire la maturità polmonare mediante studio del rapporto lecitine/sfingomieline.
La cordocentesi è indicata per la determinazione rapida del cariotipo fetale, per lo studio di molteplici malattie genetiche sospettate in base alla storia clinica o all'ecografia, per la ricerca di agenti infettivi sia mediante amplificazione del DNA che mediante ricerca delle IgM, per la valutazione dell'emocromo, del quadro proteico e delle catene emoglobiniche fetali.
La prognosi dell'idrope non immune è scadente, con una mortalità fetale compresa tra il 50 ed il 90%, ma migliora nettamente quando è possibile fare una corretta diagnosi e soprattutto quando esiste una valida terapia medica o chirurgica.
Riteniamo utile passare in rassegna le condizioni che più comunemente determinano idrope, cercando di esaminare le anomalie più frequenti, quale è il meccanismo che determina l'insorgenza dell'idrope e quali le terapie già esistenti.
In un articolo di review, Machin ha riscontrato che l'idrope da causa cardiaca era dovuto ad una cardiopatia congenita nel 40% dei casi. Nel restante 40%, causa dell'idrope era un'aritmia. Nell'ulteriore 20% dei casi le condizioni più comunemente causa di idrope erano i tumori cardiaci o lo scompenso dovuto alla presenza di grossi shunt artero-venosi (teratoma sacrococcigeo, aneurisma della vena di Galeno, grandi angiomi). Le malformazioni cardiache più comuni erano il canale atrioventricolare (30%), il cuore sinistro ipoplasico (25%), il cuore destro ipoplasico (15%), la chiusura primitiva del forame ovale (15%), l'anomalia di Ebstein (10 %) e la tetralogia di Fallot (6%).
Il meccanismo patogenetico responsabile dell'idrope nel cuore sinistro ipoplasico è il seguente: si verifica un'ostruzione della valvola o dell'arco aortico che determina un'aumento della pressione a livello ventricolare ed atriale sinistro. Da ciò deriva un ridotto o assente shunt destro/sinistro a livello del forame ovale, con aumento della pressione atriale destra che causa congestione venosa sistemica ed idrope.
Altra causa cardiaca che può indurre idrope è l'aritmia sotto forma di tachicardia o di bradicardia. La prima è tre volte più frequente della seconda. La tachicardia può essere indotta dalla presenza di rabdomiomi e dalla sindrome di Wolff-Parkinson-White. La bradicardia può essere legata a malformazione cardiaca oppure alla presenza di anticorpi anti-Ro SSA. Se la causa dell'idrope risiede nella presenza di aritmia non associata ad anomalia cardiaca, è possibile regolarizzare il ritmo cardiaco fetale, determinando la scomparsa dell'idrope. I farmaci più utilizzati a questo scopo sono la digitale, il propanololo, la procainamide, l'amiodarone.
Le anomalie cromosomiche che più frequentemente si associano ad idrope sono soprattutto la sindrome di Turner (76% circa), la sindrome di Down (23% circa), la sindrome di Edwards (4% circa). Il meccanismo che determina l'insorgenza dell'idrope è legato sia ad anomalie cardiache, frequenti nelle cromosomopatie, sia ad ostruzione del circolo linfatico.
Le anomalie toraciche rappresentano circa il 9% delle cause di idrope non immune. Esse includono la malattia adenomatoide del polmone, il sequestro polmonare, lernia diaframmatica, i tumori mediastinici. La patogenesi è probabilmente legata ad ostruzione del ritorno venoso e/o ad ostruzione del circolo linfatico.
L'idrotorace isolato può essere risolto con il posizionamento di uno shunt toraco-amniotico.
Il torace stretto associato ad alcune displasie scheletriche può essere causa di idrope. In questo caso la genesi dell'idrope non immune potrebbe essere legata all'aumentata pressione intratoracica.
La sindrome trasfuso-trasfusore è tipica della gemellarità monocoriale ed è legata a shunt arteria-vena che si verificano a livello placentare tra i due circoli fetali. Un feto diventa donatore e l'altro ricevente. Il primo è anemico, piccolo, con ridotta quantità di liquido amniotico; il secondo è pletorico, grande ed ha un'aumentata quantità di liquido amniotico. In entrambi si può verificare idrope, anche se di solito l'idrope compare nel feto ricevente. La patogenesi dell'idrope nel feto ricevente può essere legata all'aumentata massa plasmatica. Nel donatore la patogenesi dell'idrope è dovuta all'anemia. La sindrome trasfuso-trasfusore viene sospettata ecograficamente quando si osserva una discrepanza nel peso fetale superiore al 20%, associata ad alterazioni della quantità di liquido amniotico e ad alterazioni flussimetriche dell'arteria ombelicale. Il riconoscimento precoce della sindrome trasfuso-trasfusore permette di tentare la terapia in utero, prima che si determini l'insorgenza di idrope. Buoni risultati sono stati ottenuti in questi casi da Nicolini mediante amniocentesi evacuative.
Le malattie ematologiche costituiscono il 6-10% di tutte le cause di idrope non immune. La causa più frequente è rappresentata dall'alfa-talassemia e dal deficit di G6PDH. Infezioni e neoplasie possono anch'esse determinare anemia ed idrope non immune.
La diagnosi di anemia si fonda sul rilievo dell'emocromo fetale ottenuto mediante cordocentesi. Il rilievo di un ematocrito inferiore al 15% si associa alla presenza di idrope. Il polidramnios compare per valori di ematocrito inferiori al 20%. L'alfa-talassemia rappresenta la più importante causa di anemia. Il meccanismo patogenetico responsabile dell'anemia è il seguente: la porzione globinica dell'emoglobina è normalmente costituita da due paia di catene polipeptidiche. Nell'adulto la forma predominante è l'emoglobina A, consistente in due catene alfa e due catene beta; nel feto la forma predominante è l'emoglobina F, formata da due catene alfa e due catene gamma. Se la sintesi delle catene globiniche è alterata in difetto viene prodotta emoglobina anomala e tale malattia è chiamata talassemia. Le due più importanti emoglobinopatie sono l'alfa e la beta-talassemia. Nell'alfa-talassemia, nella forma omozigote, non vengono prodotte catene alfa. Le catene gamma hanno alta affinità per l'ossigeno e non rilasciano lo stesso a livello tessutale Ne deriva un'ipossia tessutale, che dà luogo a scompenso cardiaco e ad idrope. La beta-talassemia non dà luogo ad idrope fetale in quanto le catene beta sono prodotte solo dopo la nascita.
Il deficit di G6PDH è dovuto all'insufficiente produzione di glutatione ridotto da parte degli eritrociti che dà luogo ad emolisi spontanea o in risposta all'ingestione materna di agenti ossidanti.
Agenti che determinano crisi emolitiche in pazienti portatrici di deficit di G6PDH
|
Acido acetilsalicilico |
Fenacetina |
Solfati |
Antimalarici (primachina, chinidina) |
Nitrofurantoina |
Cloramfenicolo |
Acido para-amino-salicilico |
Naftalene |
Blu di metilene |
Acido nalidixico |
Acido ascorbico |
Chinina |
Chinidina |
Dapsone |
Gli agenti infettivi ritenuti causa di idrope sono principalmente il parvovirus B19, il citomegalovirus, il coxackievirus, l'herpes simplex virus, il toxoplasma gondii, il treponema pallidum. Si ritiene siano dovuti a causa infettiva quei casi di idrope che scompaiono spontaneamente in utero. L'idrope in corso di infezione da parvovirus B19 è dovuta ad anemia fetale secondaria all'azione emolitica diretta del virus ed alla ridotta eritropoiesi. L'epatite acuta sarebbe invece la causa dell'idrope indotta dagli altri agenti patogeni.
Molte altre condizioni possono determinare idrope, ma non è sempre chiaro il meccanismo patogenetico. Nelle malformazioni urinarie si pensa che l'ipomobilità fetale legata all'anidramnios, possa essere causa di idrope. In altri casi la genesi può essere legata ad aumentata pressione intratoracica con ridotto ritorno venoso cardiaco.
Nel teratoma sacrococcigeo la causa dell'idrope può essere un grosso sequestro ematico o uno shunt artero-venoso ad elevata gittata.
- molti casi di idrope fetale si giovano di cure in utero
- molti casi di idrope fetale possono ripetersi in successive gravidanze
- molti casi di idrope fetale sono considerati idiopatici perché non si riconosce la causa.
Nella tabella seguente è riassunto lo schema di management dell'idrope fetale, che consiste essenzialmente nel riconoscimento precoce delle cause che l'hanno determinata:
Prevenzione |
- screening preconcezionale e prenatale per la talassemia |
- esame ecografico morfologico accurato. Attenta ricerca di eventuali
malformazioni cardiache |
|
Indagini diagnostiche |
- sulla madre |
- sul feto:
- non-invasive (ecografia)
- invasive (amniocentesi, cordocentesi) |
|
Counseling |
- giudizio prognostico prima e dopo le indagini diagnostiche |
|
Trattamento |
- aborto terapeutico nei casi di idrope grave diagnosticati prima dell'epoca
di vitalità e qualora la condizione non sia suscettibile di terapia |
- terapia possibile in meno di un terzo dei casi |
- management interdisciplinare per le gravidanze in evoluzione |
|
Successi terapeutici significativi sono stati ottenuti in caso di: |
- anemia (trasfusione intrauterina)
- aritmia (farmaci antiaritmici)
- idrotorace primitivo (shunt pleuro-amniotico)
- sindrome trasfuso-trasfusore (amniocentesi evacuativa, laser coagulazione
di anastomosi placentari, settostomia amniotica) |
|
Management postnatale |
Follow up pediatrico |
In tutti i casi in cui non si riesce a porre diagnosi eziologica prenatale, se il feto muore deve essere eseguita l'autopsia.
In conclusione, una condotta clinica attiva riduce la mortalità perinatale e riduce, al contempo, il numero dei casi di idrope etichettati come idiopatici perché non siamo riusciti ad identificarne l'eziologia. Tra questi ultimi, comunque, sono numerosi quelli che non si giovano di alcun trattamento terapeutico.
- Potter EL, 1943: Universal edema of fetus unassociated with erythroblastosis.
Am J Obstet Gynecol 46:130-134.
- De Vore GR, Mayden K, Tortora , et al, 1981: Dilatation of fetal umbilical vein in rhesus hemolytic anemia: a predictor of severe disease. Am J Obstet Gynecol 141:464-466.
- Arena S, Liberatore A, Carrera G, Riboni G, 2000: A case of non-immune hydrops fetalis with congenital cystic adenomatoid malformation of the left lung in a twin.
Minerva Pediatr 52(5-6):307-12.
- Sohan K, Carroll S, Byrne D, Ashworth M, Soothill P, 2000: Parvovirus as a differential diagnosis of hydrops fetalis in the first trimester. Fetal Diagn Ther 15(4):234-6.
- Schleich JM, Bernard Du Haut Cilly F, Laurent MC, Almange C, 2000: Early prenatal management of a fetal ventricular tachycardia treated in utero by amiodarone with long term follow-up. Prenat Diagn 20(6):449-52.
- Fesslova V, Villa L, Nicolini U, 2000: Fetal hydrops due to a tachyarrhythmia progressing to organic pulmonary stenosis. Cardiol Young 10(2):158-61.
- Jauniaux E, Hertzkovitz R, Hall JM, 2000: First-trimester prenatal diagnosis of a thoracic cystic lesion associated with fetal skin edema. Ultrasound Obstet Gynecol 15(1):74-7.
- Hoppen T, Hofstaetter C, Plath H, Kau N, Bartmann P, 2000: Agenesis of the ductus venosus and its correlation to hydrops fetalis. J Perinat Med 28(1):69-73.
- Whitecar PW, Moise KJ Jr, 2000: Sonographic methods to detect fetal anemia in red blood cell alloimmunization. Obstet Gynecol Surv 55(4):240-50.
- Bruni L, Maggi E, Capolino R, de Prosperi V, 1999: Non-immune fetal hydrops associated with nuchal cystic hygroma: further evidence for an autosomal recessive subtype.
Genet Couns 10(3):271-5.
- Takeuchi K, Moriyama T, Oomori S, Masuko K, Maruo T, 1999: Management of acute chylothorax with hydrops fetalis diagnosed in the third trimester of pregnancy.
Fetal Diagn Ther 14(5):264-5.
- Makino Y, Horiuchi S, Sonoda M, Kobayashi H, Kaneoka T, Kawarabayashi T, 1999: A case of large placental chorioangioma with non-immunological hydrops fetalis.
J Perinat Med 27(2):128-31.
- Plachouras N, Stefanidis K, Andronikou S, Lolis D, 1999: Severe nonimmune hydrops fetalis and congenital corneal opacification secondary to human parvovirus B19 infection. A case report.
J Reprod Med 44(4):377-80.
- Noia G, Romano D, De Santis M, Gozzo ML, Colacicco L, 1999:Ontogeny of the fetal immune system: study on pregnancies with Rh-isoimmunization and nonimmune fetal hydrops.
Clin Immunol 90(1):115-8.
- Ettore G, Guarnera S, Bianca S, 1998: Diagnosis and management of non-immune hydrops fetalis. Prenat Diagn 18(11):1213.
- Odibo AO, Campbell WA, Feldman D, Ling PY, Leo MV, Borgida AF, Rodis JF, 1998: Resolution of human parvovirus B19-induced nonimmune hydrops after intrauterine transfusion.
J Ultrasound Med 17(9):547-50.
- Higby K, Melendez BA, Heiman HS, 1998: Spontaneous resolution of nonimmune hydrops in a fetus with a cystic adenomatoid malformation. J Perinatol 18(4):308-10.
- Smulian JC, Egan JF, Rodis JF, 1998: Fetal hydrops in the first trimester associated with maternal parvovirus infection. J Clin Ultrasound 26(6):314-6.
- Levine Z, Sherer DM, Jacobs A, Rotenberg O, 1998:Nonimmune hydrops fetalis due to congenital syphilis associated with negative intrapartum maternal serology screening.
Am J Perinatol 15(4):233-6.
- Albano G, Pugliese A, Stabile M, Sirimarco F, Arsieri R, 1998: Hydrops foetalis caused by hepatic haemangioma. Acta Paediatr 87:1307-9.
- Fesslova V, Villa L, Nava S, Mosca F, Nicolini U, 1998: Fetal and neonatal echocardiographic findings in twin-twin transfusion syndrome. Am J Obstet Gynecol 179(4):1056-62.
- Trespidi L, Boschetto C, Caravelli E, Villa L, Kustermann A, Nicolini U, 1997: Serial amniocenteses in the management of twin-twin transfusion syndrome: when is it valuable?
Fetal Diagn Ther 12(1):15-20.
- Jauniaux E, 1997: Diagnosis and management of early non-immune hydrops fetalis.
Prenat Diagn 17(13):1261-8.
- Bowman J, 1997: The management of hemolytic disease in the fetus and newborn.
Semin Perinatol 21(1):39-44.
- Anandakumar C, Biswas A, Wong YC, Chia D, Annapoorna V, et al, 1996: Management of non-immune hydrops: 8 years' experience. Ultrasound Obstet Gynecol 8(3):196-200.
- Liu YC, Mai YL, Chang CC, Chen KW, Chow SN, 1996: The presence of hydrops fetalis in a fetus with congenital mesoblastic nephroma. Prenat Diagn 16(4):363-5.
- Haverkamp F, Jacobs D, Cantz M, Hansmann M, Fahnenstich H, Zerres K, 1996: Nonimmune hydrops fetalis with galactosialidosis: consequences for family planning.
Fetal Diagn Ther 11(2):114-9.
- Bhal PS, Davies NJ, Westmoreland D, Jones A, 1996: Spontaneous resolution of non-immune hydrops fetalis secondary to transplacental parvovirus B19 infection.
Ultrasound Obstet Gynecol 7(1):55-7.
- Chavkin Y, Kupfersztain C, Ergaz Z, Guedj P, Finkel AR, Stark M, 1996: Successful outcome of idiopathic nonimmune hydrops fetalis treated by maternal digoxin.
Gynecol Obstet Invest 42(2):137-9.
- Van Hook JW, Gill P, Cyr D, Kapur RP, 1995: Diamond-Blackfan anemia as an unusual cause of nonimmune hydrops fetalis: a case report. J Reprod Med 40(12):850-4.
- Bullard KM, Harrison MR, 1995: Before the horse is out of the barn: fetal surgery for hydrops.
Semin Perinatol 19(6):462-73.
- Jones DC, 1995: Nonimmune fetal hydrops: diagnosis and obstetrical management.
Semin Perinatol 19(6):447-61.
- Fairley CK, Smoleniec JS, Caul OE, Miller E, 1995: Observational study of effect of intrauterine transfusions on outcome of fetal hydrops after parvovirus B19 infection.
Lancet 18;346(8986):1335-7.
- McCoy MC, Katz VL, Gould N, Kuller JA, 1995: Non-immune hydrops after 20 weeks' gestation: review of 10 years' experience with suggestions for management. Obstet Gynecol 85(4):578-82.
- Horibe S, Imai A, Kawabata I, Tamaya T, 1995: Fetal blood sampling in the assessment of acute nonimmune hydrops fetalis. J Med 26(3-4):183-8.
- Dommergues M, Mandelbrot L, Delezoide AL, Aubry MC, Fermont L, et al, 1995: Twin-to-twin transfusion syndrome: selective feticide by embolization of the hydropic fetus.
Fetal Diagn Ther 10(1):26-31.
- Jorgensen C, Andolf E, 1994: Four cases of absent ductus venosus: three in combination with severe hydrops fetalis. Fetal Diagn Ther 9(6):395-7.
- Mazeron MC, Cordovi-Voulgaropoulos L, Perol Y, 1994: Transient hydrops fetalis associated with intrauterine cytomegalovirus infection: prenatal diagnosis. Obstet Gynecol 84(4 Pt 2):692-4.
- Sharara FI, Khoury AN, 1994: Prenatal diagnosis of a giant cavernous hemangioma in association with nonimmune hydrops. A case report. J Reprod Med 39(7):547-9.
- Coulson CC, Kuller JA, Sweeney WJ, 1994: Nonimmune hydrops and hydrocephalus secondary to fetal intracranial hemorrhage. Am J Perinatol 11(4):253-4.
- Knowles S, Flett P, 1994: Multiple marker screen positivity in the presence of hydrops fetalis.
Prenat Diagn 14(5):403-5.
- Legarth J, Lingman G, Stangenberg M, Rahman F, 1994: Umbilical artery Doppler flow-velocity waveforms and fetal acid-base balance in Rhesus-isoimmunized pregnancies.
J Clin Ultrasound 22(1):37-41.
- Fesslova V, Bagozzi DC, Bellotti M, Stefani GS, Stefani M. Fetal hydrops due to right ventricular and tricuspid valve dysplasia. A case report. G Ital Cardiol 24(1):41-5.
- Katz VL, Kort B, Watson WJ, 1993: Progression of nonimmune hydrops in a fetus with Noonan syndrome. Am J Perinatol 10(6):417-8.
- Sameshima H, Nishibatake M, Ninomiya Y, Tokudome T, 1993: Antenatal diagnosis of tetralogy of Fallot with absent pulmonary valve accompanied by hydrops fetalis and polyhydramnios.
Fetal Diagn Ther 8(5):305-8.
- Mahone PR, Sherer DM, Abramowicz JS, Woods JR Jr, 1993: Twin-twin transfusion syndrome: rapid development of severe hydrops of the donor following selective feticide of the hydropic recipient. Am J Obstet Gynecol 169(1):166-8.
- Oepkes D, Meerman RH, Vandenbussche FP, van Kamp IL, Kok FG, Kanhai HH, 1993: Ultrasonographic fetal spleen measurements in red blood cell-alloimmunized pregnancies.
Am J Obstet Gynecol 169(1):121-8.
- Hirata GI, Masaki DI, O'Toole M, Medearis AL, Platt LD, 1993: Color flow mapping and Doppler velocimetry in the diagnosis and management of a placental chorioangioma associated with nonimmune fetal hydrops. Obstet Gynecol 81(5 ( Pt 2)):850-2.
- Stiemer B, Becker R, Waldschmidt J, 1993: Intrauterine meconium peritonitis. A rare cause of non-immunologic hydrops fetalis. Ultraschall Med 14(1):44-7.
- Sherer DM, Abramowicz JS, Eggers PC, Metlay LA, Sinkin RA, Woods JR Jr, 1993: Prenatal ultrasonographic diagnosis of intracranial teratoma and massive craniomegaly with associated high-output cardiac failure. Am J Obstet Gynecol 168(1 Pt 1):97-9.
- Petrou M, Brugiatelli M, Old J, Hurley P, Ward RH, et al, 1992: Alpha thalassaemia hydrops fetalis in the UK: the importance of screening pregnant women of Chinese, other South East Asian and Mediterranean extraction for alpha thalassaemia trait.
Br J Obstet Gynaecol 99(12):985-9.
- Achiron R, Rabinovitz R, Aboulafia Y, Diamant Y, Glaser J, 1992: Intrauterine assessment of high-output cardiac failure with spontaneous remission of hydrops fetalis in twin-twin transfusion syndrome: use of two-dimensional echocardiography, Doppler ultrasound, and color flow mapping. J Clin Ultrasound 20(4):271-7.
- Sherer DM, Miller KS, Woods JR Jr, 1991: Prenatal sonographic diagnosis of severe nonimmune hydrops in a Down syndrome fetus at 16 weeks of gestation.
Am J Med Genet 15;39(4):458-60.
- Gudmundsson S, Huhta JC, Wood DC, Tulzer G, Cohen AW, Weiner S, 1991: Venous Doppler ultrasonography in the fetus with nonimmune hydrops. Am J Obstet Gynecol 164(1 Pt 1):33-7.
|